Bene la proposta per la progettazione di un polo di dismissione delle auto usate. Valutare impatto su lavoro e ambiente

Questa mattina in Commissione regionale il Presidente Cirio ha espresso tutta la sua soddisfazione per la proposta di accordo con Stellantis per la progettazione di un mega impianto di dismissione di vecchie auto, il primo in Europa per le tecnologie utilizzate.
I mezzi verrebbero disassemblati e i componenti riutilizzati in altre filiere. Un circolo virtuoso che consentirebbe di mantenere posti di lavoro sul nostro territorio, con effetti positivi soprattutto per quanto riguarda le politiche sul riciclo dei componenti industriali. Una prospettiva che sicuramente appare positiva, considerando il contesto storico ed economico che stiamo vivendo e la crisi che si prospetta, legata soprattutto all’aumento del prezzo dell’energia. Su questo aspetto, Cirio ha anticipato un intervento regionale che dovrebbe consentire di calmierare i costi per le imprese, oltre che per altri soggetti inclusi i privati cittadini, vedremo nel dettaglio quale sarà la proposta della Giunta e ne verificheremo la reale fattibilità.

In un contesto che sembra guardare al futuro e all’economia circolare, tuttavia, stride la citazione di opere vecchie, inquinanti e devastanti come TAV e Terzo Valico, indicate come elemento di attrazione per gli investitori e oggetto di un tavolo di lavoro apposito. Alla domanda rispetto alle politiche che si metteranno in atto per realizzare un reale passaggio all’intermodalità, considerando che allo stato attuale la linea esistente è ancora ampiamente sottoutilizzata, nessuna risposta è stata data. E la richiesta di dati che dimostrino il nesso tra l’investimento di Stellantis e i cantieri è rimasta inascoltata.
Siamo ben consapevoli che il nostro territorio è già capace di attrarre investimenti grazie alle tante competenze e al know-how acquisito nel tempo, alla posizione strategica e alla propensione all’innovazione che da sempre lo contraddistingue. Torino e il Piemonte hanno profili di altissimo livello, forgiati in oltre un secolo di storia industriale, punti di forza che possono e devono essere valorizzati anche senza appellarsi agli improbabili vantaggi derivanti dalla realizzazione di grandi opere inutili.
Francesca Frediani