CONTINUANO LE AUDIZIONI SUL DDL CHE RIORGANIZZA IL SISTEMA DELLA FORMAZIONE. PORTEREMO IN AULA LA VOCE DEI LAVORATORI PRECARI E POCO TUTELATI DEL SETTORE.
Francesca Frediani, Consigliere regionale, Unione Popolare Piemonte
Riprende in Commissione il confronto sul Disegno di Legge presentato dalla Giunta Cirio sul riordino delle politiche per il lavoro, l’orientamento permanente e la formazione professionale, con l’audizione delle associazioni FORMA Piemonte e CENFOP Piemonte, in rappresentanza delle agenzie formative del territorio.
Tra i temi posti in evidenza dagli auditi emerge quello del riconoscimento dei soggetti appartenenti al mondo profit quali soggetti attuatori del sistema della formazione professionale, anche in riferimento ai corsi rivolti ai soggetti più fragili, ai giovani e ai disoccupati. Ambito che richiederebbe maggior tutela rispetto a quello relativo ai corsi per occupati e che, pertanto, dovrebbe restare prerogativa degli enti no profit.
Un altro aspetto portato all’attenzione della Commissione è quello dell’importanza dell’applicazione di un CCNL attinente al settore, a fronte del proliferare di contratti non adeguati che non consente la crescita in maniera ugualitaria degli standard professionali del personale utilizzato.
Questa osservazione ci ha consentito di chiedere un approfondimento sulla situazione dei lavoratori del settore, in particolare dei formatori.
Frequentemente si tratta di figure professionali non organizzate e senza rappresentanza sindacale, il più delle volte precarie e costrette a farsi carico dei costi di preparazione dei corsi e delle attrezzature e materiali da utilizzare allo scopo, spesso soggette a ritardi se non incertezze nella ricezione dei compensi.
Da queste figure principalmente dipende la buona riuscita della formazione e per questo motivo servirebbe massima attenzione rispetto all’individuazione dei requisiti che devono possedere e al trattamento economico che deve essere loro riservato.
Riteniamo pertanto che un disegno di legge dedicato alla formazione dovrebbe porre attenzione anche a questo tema, perché è compito della politica predisporre gli strumenti per garantire il rispetto della dignità e dei diritti di quelle categorie che altrimenti risulterebbero invisibili e prive di voce, in un contesto in cui la formazione si realizza attraverso interventi brevi, frammentati e specializzati, con la conseguente difficoltà di assunzione per lunghi periodi dei docenti.
Ricordiamo infatti che anche nella nostra regione si sono verificati casi di sfruttamento e “malaformazione”, come nel caso dell’ente IAL, fondato su iniziativa della CISL, che qualche anno fa fu al centro di una vicenda giudiziaria che ebbe pesanti conseguenze sui lavoratori e, in particolare, sui formatori impegnati nei vari progetti.
Porteremo questi temi nel dibattito in corso e faremo le nostre proposte per consegnare all’aula un disegno di legge più attento e rispettoso del lavoro di tutti i soggetti coinvolti nel sistema formativo.