LA SICUREZZA SUL LAVORO E LA SALUTE DEI LAVORATORI NON SONO COSTI DA RIDURRE PER AUMENTARE I PROFITTI

Francesca Frediani

Oggi ha preso il via l’indagine conoscitiva per acquisire informazioni sul fenomeno degli incidenti sul lavoro e migliorare la cultura della sicurezza, con l’audizione degli S.Pre.S.A.L delle Aziende Sanitarie Locali, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’INAIL.
A distanza di alcuni mesi dall’ultimo incontro in Commissione, continuano a permanere molte delle criticità segnalate. In primis l’organico insufficiente, a causa della carenza di medici del lavoro e di tecnici della prevenzione, due figure che richiederebbero maggiore valorizzazione e un aumento delle prospettive di carriera, a fronte di un’attività lavorativa impegnativa e ad alta responsabilità. Il personale è infatti sempre più impegnato in attività “eterodirette”, provenienti da denunce o dall’ufficio di sorveglianza del tribunale e fatica a svolgere adeguatamente le attività di vigilanza e prevenzione, anche a causa del tessuto economico piemontese, composto perlopiù da numerose, piccole aziende poco propense ad investire in sicurezza.

L’esperienza positiva dei piani mirati di prevenzione, destinati ad iniziative in ambito agricolo ed edile, rappresenta una novità di grande interesse ed efficacia, così come le attività rivolte alle scuole e i progetti realizzati dai diversi soggetti organizzati in rete.
Il tema della sicurezza sul lavoro, in particolar modo dopo le tragedie che hanno segnato il nostro territorio, sembra quindi aver trovato una centralità nel dibattito istituzionale e alcune prime risposte organizzate sui territori, ma ancora mancano quegli interventi strutturali che potrebbero dare forza all’intero sistema.
Preoccupazione desta, inoltre, l’introduzione degli “appalti a cascata” e il concetto di “tutele equivalenti” previsti nel nuovo Codice Appalti, scelte normative che rischiano di vanificare gli interventi messi in campo da chi quotidianamente lavora per garantire maggiore sicurezza nei cantieri.
Tre morti sul lavoro al giorno in media, purtroppo nel nostro Paese è la normalità. Migliaia di morti che sarebbero evitabili, se fossero rispettate le misure a tutela della salute e della sicurezza di lavoratori e lavoratrici. Ma purtroppo in Italia è ancora diffusa una cultura che vede nella salute e nella sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici un costo da ridurre per aumentare i profitti.
Una mentalità che va sradicata e per contrastare la quale stiamo sostenendo convintamente l’introduzione di una nuova fattispecie di reato, quella di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro. Un deterrente contro chi vuole speculare sulle vite di chi lavora, perché la vita delle persone non può valere meno del profitto e morire sul posto di lavoro è inaccettabile.
Francesca Frediani, Consigliere regionale Unione Popolare Piemonte