La “madamina” sì tav, poco di prima di irrompere sulla scena pubblica per perorare la causa della grande opera inutile, ha ottenuto un compenso di 90mila euro da TELT per servizi legati alla comunicazione e alla propaganda.
Questa vicenda, resa pubblica dal sito di informazione No TAV, è l’ennesima dimostrazione, come se ce ne fosse ancora bisogno, che dietro i sostenitori della Torino Lione non c’è quella spinta verso il bene comune tanto ostentata, quanto invece motivazioni ben più materiali.
Questa notizia getta un’ombra sulla genuinità della piazza Sì TAV, che appare ormai in modo sempre più evidente come il risultato di un’azione di marketing studiata a tavolino. La campagna promozionale di una grande opera inutile.
Una manifestazione che, grazie al contributo di una propaganda senza eguali, ha poi concorso a legittimare il perpetuarsi della grande devastazione a sostegno di un’opera che rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio crimine climatico contro l’umanità.

Francesca Frediani

 
Fronte comune per eliminare l’irrazionale vincolo quinquennale e permettere agli insegnanti di avvicinarsi a casa, consentendo nell’immediato l’assegnazione provvisoria per il ricongiungimento familiare e il rientro nel Comune di provenienza. Lo abbiamo sollecitato attraverso un ordine del giorno che chiederemo di discutere al più presto in aula e che, se approvato, impegnerà il presidente e la Giunta ad attivarsi presso il Governo per ottenere l’abolizione  del vincolo quinquennale imposto dalla legge 20 del 2019 che sta obbligando migliaia di insegnanti, dopo aver ottenuto la cattedra di ruolo, a rimanere bloccati presso sedi lontane da casa, imponendo loro lunghi viaggi in piena pandemia.
 
L’assurdità sta proprio nel principio di fondo del vincolo, ovvero assicurare la continuità didattica agli alunni, obbligando il docente a prestare servizio per cinque anni nella stessa scuola anche subentrando a ciclo già avviato. Molti insegnanti,  dopo aver ottenuto il ruolo, sono stati infatti assegnati ad altre scuole e si sono trovati nella spiacevole situazione di dovere interrompere bruscamente il percorso per iniziarne uno nuovo di 5 anni altrove, anche a molti km da casa.
 
E’ in corso una battaglia politica e sindacale su più livelli istituzionali per chiedere l’abolizione del blocco di cinque anni. Notizia dell’ultima ora è, infatti, la riammissione in Senato di un emendamento al Decreto Sostegni proprio per concedere nuovamente l’assegnazione provvisoria per quest’anno scolastico a tutti i docenti vincolati ed avere quindi il tempo per portare in discussione in Parlamento la norma soppressiva del vincolo quinquennale.
Siamo convinti della correttezza di questa battaglia e auspichiamo che la sfida a modificare la legge sul vincolo quinquennale possa essere accolta in modo trasversale dalle diverse forze politiche.
 
Francesca Frediani, Consigliere Regionale M4O Piemonte


E’ notizia di questa mattina l’interessamento da parte della corporation “NIDEC GLOBAL APPLIANCE” dal Brasile per lo stabilimento ACC di Mel, ma non per il progetto ITALCOMP.
Un altro duro colpo per i 400 lavoratori Embraco di Riva di Chieri, che, giova ricordarlo, possiedono elevate competenze nel settore della componentistica per elettrodomestici.

Invece di arrovellarsi sull’orario del coprifuoco, le forze di Governo si concentrino sulla questione Embraco e intervengano per dare impulso al progetto Italcomp, al momento unica prospettiva per i 400 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri che il 22 luglio, al termine degli ammortizzatori sociali, verranno licenziati.
Le manovre opportunistiche delle aziende hanno già lasciato troppe vittime sui nostri territori, è arrivato il momento di far pesare la presenza delle istituzioni.
Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

L’Italia riapre, le case di riposo no. Per trecentomila anziani vaccinati l’abbraccio con le famiglie resta una chimera.
La regione Piemonte si impegni quindi ad adottare un nuovo protocollo per rendere possibili, in piena sicurezza, le visite dei familiari agli ospiti delle strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali piemontesi.

Lo abbiamo chiesto alla Giunta Cirio depositando un ordine del giorno che verrà presto discusso in aula.

Quanto esposto dal difensore civico rispetto alle RSA e ai “trattamenti di contenzione” che prevedono lenzuola intrecciate e legate tra loro per tenere bloccati i pazienti a letto ci impone non solo una profonda riflessione sulle carenze economiche e di personale e sul funzionamento delle strutture, ma anche e soprattutto l’obbligo di agire per consentire alle famiglie di poter entrare nelle strutture e verificare personalmente le condizioni dei propri cari.
Ad oggi risulta che il 100% degli ospiti in RSA abbia ricevuto almeno la prima dose di vaccino, siamo pertanto convinti sia arrivato il momento di aprire le porte delle strutture e consentire il tanto agognato abbraccio con le famiglie.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte


Non vogliamo che la Val di Susa diventi un luogo in cui vengono meno norme e prescrizioni a tutela dell’ambiente e del territorio, nel nome del TAV. Per questa ragione oggi in aula di Consiglio Regionale abbiamo chiesto per quale motivo non siano resi pubblici i dati del monitoraggio ambientale con le cadenze richieste da Arpa Piemonte in merito ai lavori presso il cantiere dell’autoporto di San Didero.
Al 26 aprile 2021 risultava infatti che gli ultimi dati caricati per i punti di monitoraggio di Bruzolo e San Didero risalivano addirittura al 31 dicembre 2020 mentre Arpa chiede espressamente che i dati vengano forniti settimanalmente.

L’interrogazione risulta poi particolarmente importante perché riguarda un sito che negli anni ha subito la presenza inquinante delle acciaierie, che con fumi carichi di diossina e polveri hanno contribuito ad elevare il tasso di inquinamento di tutta la valle e che proprio oggi è all’attenzione di questo nuovo impattante intervento “propedeutico” alla Torino Lione.

Oggi incredibilmente le ragioni di questa difformità fra le richieste dell’ente ambientale e i risultati dei monitoraggi non sono state chiarite. L’arroganza dei fautori del TAV, quando si tratta di rispettare precise indicazioni, è un modus operandi inaccettabile. Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per contrastarla.

Francesca Frediani


Le istituzioni interpellano, il Regio si volta dall’altra parte.
La drammatica situazione economica in cui versa l’importantissimo ente piemontese è nota e le restrizioni imposte per contenere la pandemia, unitamente all’incertezza sulla ripartenza, fanno sì che uno degli undici teatri lirici del  nostro Paese si trovi da tempo in una situazione di grave difficoltà.
Per questa ragione abbiamo voluto approfondire la situazione interrogando la Giunta per fare luce su alcuni aspetti poco chiari, in particolare sulla figura e su alcuni atti del commissario straordinario Rosanna Purchia a cui è stato affidato l’incarico di attuare gli interventi necessari ad assicurare al teatro un rilancio duraturo nel tempo.


Un rilancio che tuttavia appare appannato da diverse problematiche che riguardano in particolare il rapporto con i lavoratori e con alcuni artisti dell’orchestra. A quanto noto, gli accordi integrativi sono stati revocati unilateralmente (salvo poi firmarne uno nuovo) e licenziati 15 dipendenti a tempo determinato dopo che per anni i loro contratti erano sempre stati rinnovati. Licenziata anche la direttrice del personale e disattesa la sentenza del Tribunale del Lavoro in favore di due violinisti che avrebbero dovuto essere assunti a tempo indeterminato.
A questo si aggiungono procedure poco trasparenti riguardo l’assunzione di consulenti e collaboratori che risulterebbero prestare servizio anche presso il Teatro San Carlo di Napoli.
Dubbi e perplessità che si sono scontrati con toni al limite dell’arroganza, con i quali il commissario ha invitato perfino ad interfacciarsi direttamente con la Direzione del Teatro, ignorando probabilmente il diritto dei Consiglieri Regionali di avvalersi di strumenti istituzionali e degli spazi riservati in  aula per ottenere informazioni dalla Giunta. 
Nessun chiarimento, infine, rispetto alla nomina dei consulenti. Una vera e propria nota stonata in un momento in cui avremmo bisogno di ascoltare ben altra musica.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

Condividiamo i dubbi espressi dai sindacati intorno alla riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale – Azienda Zero – presentata oggi in commissione. Servirebbe un piano socio sanitario completo redatto intorno alle reali esigenze del territorio, non una nuova struttura di potere messa in piedi grazie ad una “riformina” a cui manca ogni sorta di approfondimento.

Ci lascia poi decisamente perplessi la decisione di creare Azienda Zero in piena pandemia, con una campagna vaccinale in corso e con una mole di risposte sui reali bisogni dei territori che questa proposta di legge sembra ancora non fornire.

L’emergenza sanitaria ha inoltre reso evidente la necessità di favorire la coesione fra i “luoghi di decisione” e i territori. Azienda Zero mira invece a creare una struttura verticistica che di fatto annullerebbe le competenze e le prerogative della politica territoriale e delle singole aziende i cui poteri sarebbero trasferiti al Direttore Generale della nuova struttura.

La priorità, ribadiamo, dovrebbe essere il piano socio sanitario. Invece di comprendere quali siano i bisogni di salute da soddisfare, la proposta della Lega scimmiotta invece organizzazioni di altre regioni senza comprendere che ogni realtà ha le sue peculiari caratteristiche.

Ci lasciano infine perplessi anche le disposizioni sul passaggio di funzione della gestione emergenza urgenza extraospedaliera e le possibili interferenze tra le nuove funzioni dell’Azienda e l’Assessorato alla Sanità visto che il nuovo ente sarà dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia amministrativa, patrimoniale, organizzativa e contabile autonoma.

Riteniamo quindi che il percorso di riorganizzazione del SSR sia lungi dall’essere concluso.
Luigi Einaudi riteneva infatti che fosse necessario “conoscere per deliberare”. Crediamo che mai come in questo caso sarebbe necessario attuare tale semplice, quanto lungimirante, affermazione.

Francesca Frediani


Durante gli scontri avvenuti a Chiomonte il 3 luglio 2011 furono lanciati lacrimogeni “in linea retta” e pietre dal cavalcavia in direzione dei manifestanti. Questo è quanto emerge dalla sentenza del cosiddetto maxi processo no tav, appena pubblicata.
Dai filmati emerge infatti, attraverso le testimonianze di soggetti assolutamente eterogenei e quindi ritenuti plausibili, “che alcuni appartenenti alle forze di polizia presenti il 3 luglio 20211, senza giustificazione alcuna, adottarono condotte contrarie non solo ai propri doveri ma anche, in alcuni casi, altamente pericolose”. Si fa infine  notare che i lanci furono scagliati “verso luoghi ove non erano presenti soggetti violenti o aggressivi ma manifestanti pacifici che si riposavano o facevano il picnic”.
Evidenze che gettano un’ombra anche sull’operato e sulle dichiarazioni delle forze dell’ordine schierate in questi giorni in Val Susa a difesa del cantiere di San Didero.

Per questo motivo, si deve far chiarezza sul modus operandi adottato nelle ultime settimane.  La denuncia della manifestante colpita al volto da un lacrimogeno non deve cadere nel vuoto o essere liquidata con le dichiarazioni della Questura. Occorre andare a fondo e verificare che nessuno si senta in diritto di mettere in atto comportamenti illegittimi o “esorbitanti”.
Non possiamo pensare di imprigionare la Val di Susa in un eterno 3 luglio.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

Poco importa se ancora devono uscire allo scoperto i candidati per la tornata elettorale che vedrà un avvicendamento a Piazza Palazzo di Città. La Lega ha già pronta la sua campagna elettorale infarcita di qualunquismo e sparate per colpire direttamente la pancia degli elettori in particolare sui temi dell’inquinamento e della viabilità.

Via la Ztl e vaghe promesse di non meglio identificate aree pedonali.. È chiaro che il mantra sarà “Prima gli automobilisti” come già suggeriscono i colleghi di partito a Milano. Per Fabrizio Ricca, consigliere comunale a Torino ed assessore leghista nella Giunta Cirio, con lega al governo della città sparirà la ZTL. Una Zona di Traffico Limitato, urge dirlo, fra le più limitate d’Italia con le sue sole 3 ore in cui risulta attiva. 

Una sparata, degna del populismo più ignorante, che non tiene conto di nulla, in particolare dell’accordo stipulato fra le regioni del bacino padano tra cui il Piemonte ed altre regioni guidate dal centrodestra che hanno obbligatoriamente incluso la realizzazione di aree a traffico limitato fra le principali misure da attuare per arginare l’inquinamento.

Torino, infatti, è una delle città più inquinate d’europa. Con 147 giorni (86 per il pm10 e 61 per l’ozono) è la città che nel 2020 ha superato il maggior numero di giornate per quanto riguarda i limiti previsti per legge.

Limiti che non riguardano un aspetto di facciata ma sono imposti per tutelare la salute dei cittadini. Ogni anno, solo in Italia, sono 60mila le persone che muoiono prematuramente per cause riconducibili all’inquinamento dell’aria che trova nel trasporto stradale una delle principali fonti di emissioni.

La visione di Ricca e della Lega guarda indietro di almeno 40 anni, quando il centro città era un groviglio di auto e l’aria ancora più irrespirabile di oggi.

Ovunque nel mondo invece, in particolare nelle città più ricche e progredite, la direzione politica in ambito urbanistico e viabilistico è chiara: meno auto e più spazi per la socialità, per il commercio, per il turismo e per la mobilità dolce.

Sono convinto che i cittadini sapranno scegliere che futuro regalare alla città.

Damiano Carretto, Consigliere Comunale Movimento 4 Ottobre Torino

Riportare gli studenti in classe al 100%, come annunciato dal Presidente del Consiglio in conferenza stampa pochi giorni fa, non è un rischio ragionato ma un azzardo sulla pelle di studenti, docenti e personale scolastico.

Lo confermano i dati esposti dalla Giunta oggi in aula di Consiglio Regionale in risposta ad una mia interrogazione: il trasporto pubblico locale in Piemonte è attualmente dimensionato per reggere una didattica mista al 50%, massimo 75%, considerando i vincoli di distanza e capienza tuttora vigenti per tutelare la salute degli utenti.
Per tornare al 100% in presenza a scuola rispettando le distanze di sicurezza nelle classi, inoltre, sarebbe necessario ricavare nuovi spazi che difficilmente si potranno ottenere nel giro di una settimana.

Pretendere che le scuole rimodulino completamente l’orario per venire incontro alla carenza di corse sui mezzi pubblici, a due mesi dalla fine delle lezioni, è pura utopia.
Sarebbe ora di porre fine agli annunci roboanti della politica in un momento che, invece, richiederebbe massima prudenza e decisioni condivise.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte