Case ed ospedali di comunità, oggetto della Proposta di deliberazione discussa oggi in Aula, sono approdate in Consiglio senza un adeguato ed approfondito confronto nelle commissioni.
Come capitato più volte in questa legislatura, siamo quindi costretti a denunciare la totale mancanza di condivisione dei dati e dei criteri adottati da parte della Giunta Cirio e la conseguente difficoltà ad esprimere un voto consapevole in Aula.
Il problema di base è sempre lo stesso: l’assenza di un piano socio sanitario regionale, con la conseguente mancanza di una visione chiara e globale dei servizi necessari sui territori e sulla distribuzione degli stessi.
L’assessore Icardi si è limitato a fornire una tabella con gli interventi previsti, ma senza chiarire quali saranno i servizi messi in campo, come saranno distribuiti e come avverrà la comunicazione rispetto ai cittadini piemontesi che vorranno usufruirne. Ancora nebbia, poi, sul personale disponibile nelle nuove strutture di prossimità.
Di fronte ad un investimento complessivo di 214 milioni di euro del PNRR per la localizzazione di 91 case di comunità, 29 ospedali e 43 centrali operative, ci saremmo aspettati qualche spiraglio in più da parte di una Giunta sempre più barricata nelle sue stanze e sempre meno disponibile al confronto.

Francesca Frediani

La questione della nomina del nuovo sovrintendente del Teatro Regio è tutt’altro che risolta. Come già accaduto con il Museo Egizio l’ente Regione è stato messo all’angolo. Lo dimostra la mancanza di una presa di posizione da parte di una Giunta che è ci apparsa passiva di fronte alle mosse messe in campo dal commissario straordinario Rosanna Purchia, compresa la modifica della pianta organica a favore dell’avvocato Mulè, privo dei requisiti e delle competenze richiesti per essere direttore regionale ed, eventualmente, nuovo sovrintendente.
Troppe interpretazioni e applicazioni arbitrarie delle leggi fatte passare per lecite hanno reso traballante la risposta rassicurante della Giunta Cirio, interrogata oggi in aula sulla questione.

La modifica di Statuto è stata una forzatura che ha permesso alla cerchia del Regio di plasmare il nuovo regolamento per seguire una linea già ben tracciata, per nulla osteggiata dal neo sindaco Lo Russo.
Già ai tempi del commissariamento avevamo portato all’attenzione della Giunta tutti i nostri dubbi sul ruolo di Mulè, sull’applicazione della legge Madia e su alcune spinose questioni contrattuali e lavorative, e anche l’audizione ottenuta in Commissione Cultura non aveva risolto i nostri dubbi. Anzi, ci eravamo scontrati con un atteggiamento da “non disturbare il manovratore” da parte dell’allora commissario Purchia.
Il nostro auspicio era che la Regione fosse maggiormente attiva in una partita che interessa uno dei più importanti enti lirici del Paese e che mai come in questo momento avrebbe bisogno di politiche trasparenti e messe in atto con l’obiettivo unico di superare le gravi difficoltà vissute durante la pandemia.

Francesca Frediani

FREDIANI, BERTOLA (M4O): DISCUSSIONE STERILE SU LEGGE PER ISTITUIRE LA GIORNATA DEL VALORE ALPINO. NO ALLA RETORICA MILITARE NELLE SCUOLE OGGI IMPEGNATE A SUPERARE LE DIFFICOLTA’ DOVUTE ALLA PANDEMIA

Oggi in Aula di Consiglio regionale la destra sfodera con disinvoltura uno dei suoi cavalli di battaglia: la retorica militare.
Su proposta del Consigliere Nicco (FdI) il Piemonte vorrebbe infatti dotarsi di una legge per istituire una Giornata Regionale del Valore Alpino, da celebrarsi il 16 gennaio di ogni anno nell’anniversario dell’inizio della ritirata di Russia. Nessuno ovviamente mette in discussione i valori degli alpini e il loro impegno nel sociale, ma questa proposta non avrebbe dovuto neanche approdare in aula.
Ricordiamo infatti che fu proprio Cirio a mettere in scena un piccolo show che lo vedeva impegnato a macerare leggi per dimostrare che la sua Giunta non avrebbe legiferato inutilmente.

Poco condivisibile anche il coinvolgimento delle scuole che oggi vivono già oberate il peso della pandemia, delle quarantene, della didattica a distanza, affrontando molteplici difficoltà per portare avanti i programmi, gestire una mole sconfinata di attività, far combaciare mille esigenze.
E cosa viene proposto loro? Di trovare spazio per non meglio precisate attività di formazione, che si vanno a sommare alle numerose già (legittimamente ed opportunamente) previste nel corso dell’anno.
Oggi gli studenti stanno scendendo in piazza ed mettendo in atto occupazioni per chiedere di essere ascoltati, perché pretendono una scuola che sappia ascoltarli e formarli come uomini e donne, non come ingranaggi per il mondo del lavoro. Una scuola che sappia guardare al futuro e li renda cittadini consapevoli e culturalmente preparati!
Per questa ragione non possiamo proprio condividere quanto proposto da Fratelli d’Italia e i richiami alla “disciplina militare” vagheggiati da alcuni membri della maggioranza di centrodestra.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre
Giorgio Bertola, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre

Punto informativo No Tav presidio di San Didero in fiamme. Non ci sono parole per descrivere l’indignazione. Di fronte ad uno dei luoghi più presidiati e militarizzati della Val di Susa, per la seconda volta, si verifica un incendio.

Come poco meno di un mese fa, quando nella notte le fiamme avvolsero un camper e un tendone del presidio No Tav di San Didero, anche oggi nessuno si preoccuperà di visionare i filmati per individuare i responsabili.
Eppure è noto che la Torino Lione sia al centro di interessi economici enormi e i cantieri siano un ghiotto obiettivo per le tasche della malavita che nel corso degli anni, stando a quanto emerso in diverse indagini, ha tentato di infiltrarsi all’interno della grande speculazione.
Oggi, comunque, questa intimidazione non ci farà fare un solo passo indietro: siamo sicuri che il Movimento No Tav non smetterà di presidiare e difendere il proprio territorio.

Francesca Frediani Consigliere Regionale

Basta cani alla catena in Piemonte. Abbiamo portato la questione più volte all’attenzione del Consiglio Regionale cercando di ottenere quanto già previsto in diverse regioni d’Italia e quanto richiesto da numerose associazioni che da anni si battono per modificare una vecchia norma datata 1993 che permette di utilizzare le catene per contenere cani e animali d’affezione anche per tutta la vita.

La maggioranza di destra aveva già inaspettatamente bocciato un nostro emendamento sul merito, sconfessando fra l’altro il parere espresso dalla giunta. Casus belli i pericolosi cani maremmani che, a detta di alcuni esponenti leghisti, se liberati avrebbero azzannato frotte di turisti in montagna. Peccato che i questi cani da guardiania siano già attualmente tenuti liberi dalla catena. Altrimenti come potrebbero controllare e proteggere il gregge? L’emendamento avrebbe fra l’altro anticipato quanto già contenuto nella proposta di legge a prima firma Francesca Frediani sulla tutela degli animali da affezione; PDL che aveva già ottenuto il via libera dalla Giunta ma che non è ancora stata discussa in Aula.

La questione è quindi tutt’altro che chiusa. Il presidente Cirio ieri ha incontrato la delegazione di animalisti promotrice di una raccolta firme che chiede l’abolizione della catena e si è detto disponibile a discutere quella che reputa una “richiesta di buon senso”. Ma la sua maggioranza in Consiglio continua a fare melina e a trascinare i lavori del tavolo informale.

Se la linea tracciata è questa chiediamo di portare in aula quanto prima la nostra proposta di legge perché la detenzione a catena è una crudele forma di maltrattamento che deve essere abolita e la normativa regionale sugli animali da affezione necessita di un aggiornamento in linea con le nuove sensibilità espresse anche a livello europeo.

Francesca Frediani Consigliere Regionale

“In Piemonte l’edilizia sarà più snella”. Così dichiarano il capogruppo della Lega Preioni e il primo firmatario della proposta di legge 125 Valter Marin sulla semplificazione delle norme urbanistiche che sta terminando il suo iter in commissione.
Ma dietro il paravento della “semplificazione” noi scorgiamo maggiore libertà di cementificazione, meno controlli su possibili speculazioni e abusi, un’ulteriore via libera al consumo di suolo.

Che la Giunta Cirio e la maggioranza di centrodestra si facciano interpreti dei desideri del comparto edile è cosa nota. Il “Riparti Piemonte” varato nel luglio del 2020 aveva già regalato una manciata di norme utili ad assecondare le brame degli speculatori tralasciando quanto di buono può invece generare un’edilizia sostenibile e proiettata nel futuro a partire dal riutilizzo delle aree compromesse, alle ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.

Abbiamo già presentato diversi emendamenti di merito, ottenendo accoglimento di alcune proposte: torneremo alla carica in Aula di Consiglio regionale perché oggi, la “legnata” evocata dall’assessore Carosso in un inopportuno fuorionda, non l’hanno ricevuta le minoranze in Consiglio ma l’ambiente e il Piemonte.

Francesca Frediani Consigliere Regionale