I verbali dei sopralluoghi svolti dall’ASL TO3 presso la RSA Piccola Reggia di Venaria descrivevano un quadro molto preoccupante fin dal mese di dicembre. La situazione si è ulteriormente aggravata nei mesi successivi e non è chiaro quali siano stati gli interventi messi in atto dall’ASL per contrastare la diffusione e l’evoluzione del virus.
Per questo motivo abbiamo chiesto delucidazioni alla Giunta attraverso un’interrogazione discussa oggi in Consiglio Regionale.

Secondo quanto riferito dall’assessore Caucino, l’Aslto3 ha provveduto ad attuare tutte le prassi previste nel piano Covid-2 e cioè una serie di azioni di monitoraggio e controllo volte a prevenire la diffusione del virus nella RSA e a tutelare la salute di ospiti, famiglie ed operatori.

Una serie di azioni scritte sulla carta ma che, evidentemente, non sono bastate ad evitare una vera e propria tragedia tra le mura della casa di riposo.

I decessi che hanno portato l’RSA di Venaria al centro dell’attenzione non possono essere ascrivibili alla cattiva sorte. Il nostro auspicio è che le indagini, successive alle denunce dei familiari delle vittime, possano fare chiarezza sull’accaduto e su eventuali responsabilità.

Qui la risposta dell’assessorato alla sanità con il dettaglio delle azioni intraprese.

Francesca Frediani

Grazie a una nostra richiesta di accesso agli atti siamo entrati in possesso dei verbali redatti dall’ASL TO 3 rispetto ai sopralluoghi avvenuti il 12 novembre e il 2 dicembre presso la RSA Piccola Reggia di Venaria. In luogo di una conta “notarile” dei decessi e dei positivi non si evincono particolari indicazioni per la presa in carico degli ospiti positivi considerando che già ai primi di novembre erano ben 56 su 80 e a dicembre si contavano 28 decessi. Non sta a noi fare processi ma permangono dubbi sull’efficacia delle strategie messe in campo per prevenire e mitigare gli effetti disastrosi del contagio all’interno della struttura.

Adesso la situazione nella RSA pare finalmente tornata alla normalità. Stando a quanto riferito dalla dirigenza all’amministrazione comunale – dopo due mesi tumultuosi con 40 ospiti deceduti (ma secondo i familiari circa 50) – la struttura è tornata finalmente “covid-free”.
Come già emerso durante la prima ondata della pandemia sembra che la giunta Cirio tenda a considerare le RSA come un corpo esterno al sistema sanitario regionale. In questi giorni vengono sbandierati finanziamenti a queste strutture che in gran parte derivano da risorse non utilizzate a causa dei minori inserimenti degli ospiti in quest’ultimo anno causa proprio il Covid-19.

Ora speriamo in una rapida vaccinazione di operatori e ospiti presenti in queste tipologie di strutture al fine di evitare ulteriori contagi dagli effetti nefasti.

Francesca Frediani

Contenere il virus nelle carceri e affrontare i problemi cronici come il sovraffollamento
La diffusione del #COVID19 ha messo in evidenza i punti deboli della nostra società in diversi ambiti, costringendoci ad affrontare le difficoltà della sanità, dei trasporti, del sistema scolastico. Il mondo delle carceri, troppo spesso considerato erroneamente come una realtà distaccata e chiusa in se stessa, non ha fatto eccezione. L’audizione del garante regionale Bruno Mellano, da noi fortemente voluta nell’ambito del gruppo di lavoro sulla gestione della pandemia COVID, ha consentito di fare il punto sulla situazione delle strutture piemontesi. L’aspetto che più ha destato, e desta tuttora, preoccupazione è la cronica situazione di sovraffollamento di molte strutture. Sono stati messi in atto alcuni interventi, come il ricorso agli arresti domiciliari e l’affidamento ai servizi, ma crediamo sia il momento di affrontare questo problema in modo più strutturale, al di là dell’emergenza sanitaria.
E’ apparso evidente come queste strutture meritino la massima attenzione sia in quanto luogo in cui vivono migliaia di detenuti sia in quanto ambiente di lavoro per personale di diverso tipo: amministrativi, educatori, poliziotti, formatori e personale sanitario. Un confronto aperto ed approfondito sul tema delle carceri piemontesi potrebbe essere l’occasione per affrontare le varie problematiche e migliorare le situazione dei detenuti nella nostra regione.
Calano i positivi ma aumentano i ricoveri. Il tracciamento in Piemonte non funziona di nuovo? Presto un'interrogazione in aula
In Piemonte calano i positivi al Covid ma aumentano i ricoverati.
Secondo il sindacato medico Anaao-Assomed non sarebbero stati individuati quasi 40 mila asintomatici, un dato poco confortante che sottintende l’ennesimo deragliamento del sistema di tracciamento messo in piedi dalla Giunta Cirio.
L’alta percentuale di ricoveri sul totale dei positivi, circa 19 pazienti ospedalizzati ogni 100 contagi, durante la prima fase della pandemia era dovuta ad una grave sottostima degli asintomatici, figlia anche della carenza di tamponi. Ma ora a cosa si deve l’ennesimo primato del Piemonte considerata la media ben più bassa di tutte le altre regioni italiane (circa 4,2 ricoveri ogni 100 positivi)?
Se non esiste una “variante piemontese” meno contagiosa ma più aggressiva, allora l’unica spiegazione è che il sistema di tracciamento non stia funzionando con la conseguenza che la possibile impennata dei contagi prevista con la riapertura delle scuole potrebbe mettere ulteriormente in crisi tutto il sistema, creando anche impedimenti alla continuità didattica in presenza.
Per questa ragione depositeremo quanto prima un’interrogazione per fare chiarezza intorno a questa anomalia tutta piemontese e per sapere se la Giunta abbia in mente un piano efficace per il rientro in aula degli studenti.

Politiche agricole, no all’apertura di nuovi e vecchi OGM


I quattro decreti proposti dall’ex Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova sono un grave attacco alla nostra filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini.

 Un fronte sempre più ampio di associazioni ambientaliste, organizzazioni dell’agricoltura biologica e contadina e associazioni di consumatori, denuncia il tentativo del Governo di aprire a nuovi e vecchi OGM solo per favorire un ristrettissimo numero di imprese.

E’ atteso per oggi il parere della Commissione Agricoltura della Camera sui 4 decreti proposti dal Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. 

La loro approvazione sarebbe un grave attacco alla nostra filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini.Un fronte sempre più ampio di associazioni ambientaliste, organizzazioni dell’agricoltura biologica e contadina, e associazioni di consumatori, denuncia il tentativo del Governo di aprire a nuovi e vecchi OGM solo per favorire un ristrettissimo numero di imprese, la maggior parte grandi multinazionali, che vogliono ottenere il controllo delle filiere agroalimentari ed intendono mettere agricoltori e consumatori davanti al fatto compiuto, con prodotti brevettati, non tracciabili e privi di certezze qualitative, violando il Principio di precauzione posto a garanzia della salute, dell’ambiente e della biodiversità. Giorgio Bertola