Siamo contrari ad ogni ipotesi di implementazione di nuovi impianti di incenerimento su tutto il territorio piemontese.
Lo abbiamo ribadito oggi in Commissione ambiente durante l’audizione delle associazioni ambientaliste che, insieme a comitati territoriali, hanno espresso tutte le loro perplessità su un modello superato ed insostenibile di gestione dei rifiuti e ribadito l’inutilità di nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti in Piemonte.

Siamo al loro fianco nel chiedere il raggiungimento degli obiettivi regionali nella gestione dei rifiuti ed il rispetto del vigente Piano Rifiuti, che non prevede la costruzione di nuovi impianti. Le ipotesi paventate dall’assessore Marnati ci spaventano: non vogliamo vedere bruciare rifiuti né a Novi Ligure, né a Cavaglià né altrove.

Il modello da seguire, lo riaffermiamo ancora una volta, è quello dell’economia circolare, che l’Unione Europea ha adottato nel 2021 e che impone di considerare virtuoso solo una gestione che contribuisce a ridurre i rifiuti al minimo, favorendo un modello di produzione e consumo che implica la condivisione, il riutilizzo, la riparazione, e il riciclo il più a lungo possibile estendendo il ciclo di vita dei prodotti.

Ricordiamo inoltre che ogni cittadino italiano produce in media 488 chilogrammi di rifiuti all’anno, un dato che è sostanzialmente lo stesso del 2013 e che la regione Piemonte è ferma al 64% di raccolta differenziata.

Giorgio Bertola, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

Poco importa se ancora devono uscire allo scoperto i candidati per la tornata elettorale che vedrà un avvicendamento a Piazza Palazzo di Città. La Lega ha già pronta la sua campagna elettorale infarcita di qualunquismo e sparate per colpire direttamente la pancia degli elettori in particolare sui temi dell’inquinamento e della viabilità.

Via la Ztl e vaghe promesse di non meglio identificate aree pedonali.. È chiaro che il mantra sarà “Prima gli automobilisti” come già suggeriscono i colleghi di partito a Milano. Per Fabrizio Ricca, consigliere comunale a Torino ed assessore leghista nella Giunta Cirio, con lega al governo della città sparirà la ZTL. Una Zona di Traffico Limitato, urge dirlo, fra le più limitate d’Italia con le sue sole 3 ore in cui risulta attiva. 

Una sparata, degna del populismo più ignorante, che non tiene conto di nulla, in particolare dell’accordo stipulato fra le regioni del bacino padano tra cui il Piemonte ed altre regioni guidate dal centrodestra che hanno obbligatoriamente incluso la realizzazione di aree a traffico limitato fra le principali misure da attuare per arginare l’inquinamento.

Torino, infatti, è una delle città più inquinate d’europa. Con 147 giorni (86 per il pm10 e 61 per l’ozono) è la città che nel 2020 ha superato il maggior numero di giornate per quanto riguarda i limiti previsti per legge.

Limiti che non riguardano un aspetto di facciata ma sono imposti per tutelare la salute dei cittadini. Ogni anno, solo in Italia, sono 60mila le persone che muoiono prematuramente per cause riconducibili all’inquinamento dell’aria che trova nel trasporto stradale una delle principali fonti di emissioni.

La visione di Ricca e della Lega guarda indietro di almeno 40 anni, quando il centro città era un groviglio di auto e l’aria ancora più irrespirabile di oggi.

Ovunque nel mondo invece, in particolare nelle città più ricche e progredite, la direzione politica in ambito urbanistico e viabilistico è chiara: meno auto e più spazi per la socialità, per il commercio, per il turismo e per la mobilità dolce.

Sono convinto che i cittadini sapranno scegliere che futuro regalare alla città.

Damiano Carretto, Consigliere Comunale Movimento 4 Ottobre Torino

BERTOLA (MOVIMENTO4OTTOBRE): DATI ARPA DIMOSTRANO LA NECESSITA’ DEGLI INTERVENTI SUL TRAFFICO PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ARIA. PM10 RENDE IL SISTEMA IMMUNITARIO PIU’ SUSCETTIBILE A INFEZIONI. ORA UN CAMBIO DI PASSO SULLA TUTELA DELL’AMBIENTE

Trasporti e traffico veicolare incidono profondamente sulla presenza di pm10 e NO2 nell’aria.
Solo pochi giorni fa i media rilanciavano la tesi secondo cui nel 2020 l’inquinamento dell’aria non sarebbe diminuito nonostante il “crollo” del traffico dovuto a limitazioni e lockdown. Ma non è così.

Stando a quanto riferito oggi dall’Arpa Piemonte, chiamata in audizione a Palazzo Lascaris insieme alle associazioni ambientaliste, le concentrazioni di PM10 e di NO2 sono diminuite su base annua del 22% per il biossido di azoto e del 6% per il PM10 rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Una riduzione evidente che presenta una correlazione stretta con il drastico calo del traffico (circa -80%) durante il primo lockdown e che conferma la bontà degli interventi antismog sul traffico veicolare, in particolare in città.

Traffico e riscaldamento hanno comunque entrambi responsabilità importanti, così come il settore dell’agricoltura e dell’industria, in particolare perché la misura delle concentrazioni di particolato secondario risentono delle condizioni atmosferiche e delle correnti d’aria che “spostano” o “disperdono” gli inquinanti.  Ma, come sottinteso durante la commissione odierna, è in particolare il pericoloso biossido di azoto l’inquinante più utile a rappresentare il contributo del traffico all’inquinamento.

La qualità dell’aria rimane quindi un’emergenza che non può essere messa in secondo piano in particolare perché, come noto, sono emersi diversi studi che correlano l’impatto del virus sulle popolazioni più soggette agli inquinanti atmosferici. Secondo ARPA, ad oggi, non si può ritenere il PM10 un carrier del virus ma ci sono forti indizi che testimoniano come le alte concentrazioni di particolato rendano il sistema immunitario più suscettibile all’infezione e alle complicanze da Covid19.

Su ambiente e qualità dell’aria la maggioranza di destra a guida del Piemonte deve cambiare passo.

Giorgio Bertola, Consigliere Regionale gruppo misto M4O Piemonte