Oggi, ad Alessandria, assistiamo alla celebrazione delle mance portate dalle grandi opere: interventi che sarebbero dovuti di diritto ai cittadini, ma che possiamo sperare di veder realizzare sul territorio solo in cambio dell’accettazione della devastazione. Esponenti politici di ogni schieramento fanno a gara per elogiare il “perfetto modello” di condivisione con gli amministratori locali per concordare le opere di “accompagnamento” dei lavori del Terzo Valico, auspicando l’applicazione del medesimo metodo anche in Val di Susa. Ma in Val di Susa la trentennale storia del Movimento No TAV racconta di una popolazione che non accetta di essere messo sotto ricatto, a scapito della salute dei cittadini, del taglio dei servizi e della vivibilità del territorio.
Lo hanno ribadito anche sette sindaci della Val di Susa preoccupati per la mancanza di valutazioni sull’impatto sanitario nella comunità.
Cirio dovrebbe farsi carico di sostenere la lettera che gli amministratori hanno inviato al prefetto prendendo atto delle linee guida stabilite dal decreto emanato dal Ministero della Salute che in base ad una direttiva europea impone importanti valutazioni d’impatto ambientale e sanitario per i progetti pubblici e privati in un territorio.
Perché Cirio, anziché promettere rotonde, non pretende risposte all’appello dei sindaci? Perché non dà risposta anche ai valsusini che subiscono da anni una spropositata militarizzazione della valle?
Come può il presidente Cirio non pensare che oggi la priorità assoluta sia la Sanità, dopo le numerose difficoltà affrontate durante la pandemia? Pensa realmente che le grandi opere inutili siano la risposta immediata ai lavoratori delle aziende crisi e la soluzione al grave disagio causato dalla crisi economico-sanitaria che ha investito in particolare i giovani?
La Torino Lione sono solo soldi buttati in pasto alle lobby. Di questa classe politica al servizio del cemento il Piemonte non ha bisogno. Serve una svolta reale e chi governa attualmente, a tutti i livelli, non sembra intenzionato a darla. E nemmeno interessato.
Francesca Frediani