L’Italia riapre, le case di riposo no. Per trecentomila anziani vaccinati l’abbraccio con le famiglie resta una chimera.
La regione Piemonte si impegni quindi ad adottare un nuovo protocollo per rendere possibili, in piena sicurezza, le visite dei familiari agli ospiti delle strutture residenziali, sociosanitarie e socioassistenziali piemontesi.

Lo abbiamo chiesto alla Giunta Cirio depositando un ordine del giorno che verrà presto discusso in aula.

Quanto esposto dal difensore civico rispetto alle RSA e ai “trattamenti di contenzione” che prevedono lenzuola intrecciate e legate tra loro per tenere bloccati i pazienti a letto ci impone non solo una profonda riflessione sulle carenze economiche e di personale e sul funzionamento delle strutture, ma anche e soprattutto l’obbligo di agire per consentire alle famiglie di poter entrare nelle strutture e verificare personalmente le condizioni dei propri cari.
Ad oggi risulta che il 100% degli ospiti in RSA abbia ricevuto almeno la prima dose di vaccino, siamo pertanto convinti sia arrivato il momento di aprire le porte delle strutture e consentire il tanto agognato abbraccio con le famiglie.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte


Ancora in alto mare la gestione dell’emergenza sanitaria in Piemonte. Tra incertezze,  ritardi e rinvii stenta ancora a decollare soprattutto la campagna vaccinale. La mancanza di trasparenza sulle adesioni e sulle platee non contribuisce a dissipare i dubbi rispetto al buon andamento del piano.

Al netto dei proclami, i fatti parlano chiaro: rimangono ancora quasi 140mila anziani over 80 da vaccinare. Mancano sanitari e le adesioni dei medici di famiglia alla campagna per gli over 70 non sono ancora sufficienti. Un andamento a rilento che ha spinto la Regione ad attivare collaborazioni con i privati.

Non è ancora chiaro, poi, quali iniziative si intendano mettere in atto verso i sanitari che rifiutano la vaccinazione. Nell’audizione di questa mattina con il DIRMEI, Rinaudo ha prospettato l’ipotesi di un “rimansionamento”, un cambio di funzione che potrebbe portare anche al licenziamento se il rifiuto dovesse protrarsi. L’auspicio è che si possa evitare uno scontro che rischia di diventare logorante per la Sanità piemontese.
Se il Piemonte non è in grado di organizzarsi lo renda esplicito e chieda supporto al Governo. Ogni giorno che passa sono vite che potrebbero salvarsi.

Fra le partite aperte in seno alla gestione dell’emergenza c’è anche la questione carcere. Le affermazioni del Garante Mellano rispetto alla priorità di vaccinazione per la popolazione carceraria non sono condivise dai responsabili del DIRMEI, che hanno chiesto chiarimenti al Governo. La strategia, attualmente messa in atto, di intervenire solo in caso di focolaio non sembra uno strumento adeguato per un ambiente in cui gli spazi ridotti e la convivenza forzata potrebbero consentire al virus di viaggiare rapidamente e in modo incontrollato.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

Vaccini nelle aziende: la proposta di Cirio rischia di essere l’ennesima boutade per sparigliare le carte e coprire le inadempienze della Giunta.

La Regione ha comunque dato mandato a Scr di compiere un’indagine preliminare nell’ottica di acquistare in autonomia nuove dosi di vaccino e, parallelamente, di fornire alla Camera di Commercio tutte le informazioni utili per far da tramite nei confronti delle aziende che potrebbero così acquistare i vaccini e somministrarli ai propri dipendenti.

La notizia ci lascia profondamente perplessi. E’ importante procedere spediti con il piano vaccinale ma occorre evitare fughe in avanti e avventurismi pericolosi.
Anche i sindacati si sono espressi muovendo obiezioni sulla fattibilità dell’operazione. Le stesse case farmaceutiche hanno poi negato la possibilità di vendita dei vaccini ai privati, anche per evitare l’insorgere di un mercato parallelo.

C’è inoltre massima allerta da parte dei carabinieri del Nas su possibili tentativi di truffa nel settore dei vaccini anti-covid come è stato evidenziato dall’indagine scattata solo sei giorni fa a Perugia.

Infine, è emerso un dettaglio non del tutto insignificante: l’acquisto in autonomia delle dosi (a che prezzo, poi?) potrebbe essere scalato dalla fornitura nazionale.

Insomma, troppi dubbi per un’operazione che rischia solamente di creare ulteriore confusione, quando i cittadini avrebbero invece bisogno dell’impegno serio e coordinato d tutte le istituzioni.

Giorgio Bertola

Francesca Frediani