La sentenza sugli scontri alla manifestazione no tav del 3 luglio parla chiara, tra le forze dell’ordine c’è chi ha messo in atto comportamenti contrari alle direttive ricevute


Durante gli scontri avvenuti a Chiomonte il 3 luglio 2011 furono lanciati lacrimogeni “in linea retta” e pietre dal cavalcavia in direzione dei manifestanti. Questo è quanto emerge dalla sentenza del cosiddetto maxi processo no tav, appena pubblicata.
Dai filmati emerge infatti, attraverso le testimonianze di soggetti assolutamente eterogenei e quindi ritenuti plausibili, “che alcuni appartenenti alle forze di polizia presenti il 3 luglio 20211, senza giustificazione alcuna, adottarono condotte contrarie non solo ai propri doveri ma anche, in alcuni casi, altamente pericolose”. Si fa infine  notare che i lanci furono scagliati “verso luoghi ove non erano presenti soggetti violenti o aggressivi ma manifestanti pacifici che si riposavano o facevano il picnic”.
Evidenze che gettano un’ombra anche sull’operato e sulle dichiarazioni delle forze dell’ordine schierate in questi giorni in Val Susa a difesa del cantiere di San Didero.

Per questo motivo, si deve far chiarezza sul modus operandi adottato nelle ultime settimane.  La denuncia della manifestante colpita al volto da un lacrimogeno non deve cadere nel vuoto o essere liquidata con le dichiarazioni della Questura. Occorre andare a fondo e verificare che nessuno si senta in diritto di mettere in atto comportamenti illegittimi o “esorbitanti”.
Non possiamo pensare di imprigionare la Val di Susa in un eterno 3 luglio.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

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