Il territorio non venga privato del Maria Adelaide. Il plesso deve essere destinato ad ospitare servizi sanitari come richiesto in un atto di indirizzo che speriamo di poter discutere al più presto in aula.

Oggi in Commissione Sanità abbiamo audito la prima firmataria della petizione sottoscritta dai numerosi cittadini che chiedono il ritiro della delibera che ha messo in vendita la struttura e che vorrebbero la realizzazione di un centro sanitario territoriale e casa della comunità, per colmare la carenza dei servizi che attualmente colpisce gli abitanti della circoscrizione.

La Regione,  in vista delle Universiadi di Torino,  pare tuttavia determinata a voler trasformare il Maria Adelaide in uno studentato privato in convenzione con il pubblico. Se confermata, si tratterebbe di una scelta scellerata soprattutto perché il  PNRR prevede trenta sedi per gli ospedali di comunità in Piemonte e sarebbe un controsenso se il Maria Adelaide non venisse recuperato in tal senso. Ad oggi tuttavia, nonostante ripetute sollecitazioni rivolte all’assessore Ricca, non siamo ancora riusciti a visionare il dossier per la candidatura e verificare se il Maria Adelaide sia stato inserito fra le strutture da convertire.
Chiederemo all’assessore competente di riferire al più presto in Commissione: i cittadini hanno diritto di avere risposte.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte


Stop ad un nuovo protocollo per riorganizzare le visite in sicurezza all’interno delle RSA. La maggioranza di destra ha bocciato il mio ordine del giorno che avrebbe impegnato la giunta ad istituire nuove regole per agevolare gli incontri fra ospiti e parenti e migliorare le condizioni di vita all’interno delle residenze sanitarie assistenziali.

La pandemia, come noto, ha colpito le RSA con particolare violenza, ampliando il disagio degli anziani ospiti che si sono trovati improvvisamente soli e senza riferimenti.

Riceviamo ancora oggi moltissime segnalazioni di parenti che lamentano grandi difficoltà a ricevere i propri cari, ad abbracciarli e a portare loro conforto. Sappiamo inoltre che diversi direttori sanitari  acconsentono con difficoltà ad aprire le proprie strutture e in taluni casi non sanno dare corrette indicazioni sulla modalità degli incontri. Alcuni problemi riguardano anche lo stato vaccinale dei professionisti non sanitari che entrano in contatto con gli ospiti e che potrebbero rappresentare un veicolo di contagio.

Abbiamo ricevuto tante segnalazioni e siamo entrati in contatto con realtà spesso schiacciate da inutili rigidità che sarebbero potute venire meno se solo la politica avesse fatto il proprio dovere. Occasione mancata anche oggi; Lega, Fdi e Forza Italia pongono il proprio veto e tutto rimarrà com’è.

Noi però non faremo mancare il nostro supporto alle famiglie e continueremo a segnalare tutti i casi che riceveremo al Dirmei e alla commissione di vigilanza.

Francesca Frediani Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte


Il Piemonte, secondo quanto emerso oggi in Consiglio Regionale, non ha adeguato i sistemi di controllo e prevenzione come previsto dal quadro normativo vigente sui tumori occupazionali nonostante in Italia siano ben 15mila i casi di neoplasie professionali l’anno.

La pandemia ha messo sotto scacco l’intero sistema sanitario e la gestione delle altre emergenze ha subito, in parte, un drastico calo di attenzione. Per questa ragione oggi abbiamo interrogato la Giunta per sapere se e come la regione Piemonte abbia messo in atto tutte le iniziative previste per valutare la storia dei pazienti affetti da tumori occupazionali, cioè coloro che hanno contratto la malattia a causa di circostanze inerenti il proprio lavoro.
Il quadro normativo nazionale è chiaro e sia il decreto legge del 10 giugno 2014 che la legge 29 del 22 marzo 2019 esplicitano la necessità di conoscere meglio il fenomeno dal punto di vista qualitativo e quantitativo per programmare azioni di prevenzione mirate ed efficaci e consentire il dovuto riconoscimento delle malattie professionali.

La Giunta, rispondendo in modo poco esaustivo, non ha reso noto quali siano le iniziative in essere. La ricerca dei tumori occupazionali dovrebbe essere fatta in ospedale ma allo Spresal di Torino (Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) è disponibile un solo medico. 
Quella di non dare risposte puntuali sembra diventata prassi. Eppure la pandemia avrebbe dovuto insegnare che, in particolare in ambito di salute, l’ascolto e l’impegno di risorse per la prevenzione, sono le uniche strategie che garantiscono un buon successo.

Francesca Frediani Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

FREDIANI (M4O): TORI DA RODEO IN FUGA. NOSTRO AUSPICIO E’ CHE VENGANO MESSI IN SALVO IN SICUREZZA. MONITOREREMO LA SITUAZIONE

Cinque tori da rodeo sono scappati da una cascina nei pressi del parco della Mandria. Gli animali in fuga si sono rifugiati nella boscaglia tra San Gillio, Druento e La Cassa e secondo alcune fonti, una volta trovati, potrebbero venire abbattuti.
Amministratori e forze dell’ordine si dicono molto preoccupati perché è complicato prevedere come potrebbero reagire in un contesto a loro ostile.

Inutile dire che ci viene da storcere il naso pensando a dei tori da rodeo allevati alla Mandria. Se poi le ipotesi riguardanti l’abbattimento risultassero veritiere, ci troveremmo di fronte ad un atto di crudeltà gratuito, conseguenza di errori causati dall’uomo.

La situazione è in costante monitoraggio. Il nostro auspicio è che gli animali vengano messi in salvo in sicurezza, senza danni per cose o persone. Sarà poi nostra premura verificare che l’allevamento di questi tori da rodeo sia conforme a regolamenti e norme vigenti.


La destra in Regione ha un solo chiodo fisso: riempire il Piemonte di slot machine. Dopo aver fallito il blitz con la proposta di legge a prima firma Leone (Lega) il cui obiettivo era cancellare la miglior legge d’Italia contro l’azzardopatia per pagare dazio alle lobby del gioco, la Lega ci riprova. Questa volta passando dalla Giunta.

Le slot potranno ricomparire, stando a quanto proposto, vicino a luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali perché chi ha dismesso gli apparecchi in forza della legge 9/2016 potrà reinstallarli senza che ciò venga considerata una nuova apertura.
Ma la presunta retroattività della 9/2016 è una menzogna, una bieca distorsione ad uso e consumo della propaganda leghista. La proposta della Giunta impone invece una vera retroattività ricostruendo la situazione ante 9/2016; cosa peraltro illecita, perché nel frattempo nuove norme nazionali hanno ridotto il numero massimo di apparecchi sul territorio.

Vale ancora una volta ribadire che a distanza di tre anni dall’entrata in vigore della legge 9 del 2016, il gioco d’azzardo in Piemonte è calato del 9,7% (a fronte di un aumento del 1,6% nel resto d’Italia), le perdite dei cittadini sono diminuite del 17,8% e i due terzi delle somme non giocate nel 2018 non sono state reinvestite in altri giochi. Tutelando la salute dei piemontesi più fragili abbiamo risparmiato ben 2 miliardi di euro!

E ora la Lega, pressata dalle lobby, torna alla carica per completare il lavoro che non è riuscito in Consiglio. Noi non arretreremo neanche di un centimetro. Sarà opposizione durissima per salvaguardare salute e portafoglio dei piemontesi.

Giorgio Bertola, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre PiemontePresidente Commissione Legalità

“Schierare l’esercito” contro i più disperati, contro chi ha avuto la sfortuna di nascere dove prosperità e democrazia stentano ad imporsi ed insediarsi. Questa è la posizione che l’assessore Ricca, esponente di quella Lega che in Regione ha fatto il diavolo a quattro per esporre il crocifisso in aula, ha espresso oggi a margine della firma del Comitato per le Atp Finals di Torino.

Siamo indignati e avviliti per le parole enunciate da Ricca, ancor di più perché l’odio e l’intolleranza espressi nelle sue dichiarazioni sembrano avere come unico fine quello di ottenere un po’ di visibilità e il plauso dei suoi seguaci. La richiesta di dare spazio ad un gruppo di 50 migranti è, come dichiara il Vescovo Nosiglia che la parola di Cristo la conosce un po’ meglio dei leghisti, “un appello che dovrebbe scuotere la nostra coscienza […] ancora una volta il mondo dolorante bussa alle nostre porte, nel mezzo di una pandemia per cui noi stiamo iniziando a cantare vittoria e tanti altri continuano a pagare prezzi altissimi ed insostenibili”.

Il Piemonte è solidale. Lo sguardo concentrato egoisticamente su di sé non è mai stato lo stile di chi abita la nostra regione, nemmeno in momenti complicati come gli attuali.


Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza ai senatori della componente L’Alternativa c’è, che da ieri occupano l’aula del Senato per vedere preservati i principi della democrazia.

Protestano contro la decisione della Giunta per il Regolamento, che non li riconosce come componente del Gruppo Misto. Di fatto, come denunciano i 4 senatori, Bianca Laura Granato, Luisa Angrisani, Margherita Corrado e Mattia Crucioli, questo implica l’impossibilità di intervenire in dissenso.

L’occupazione dei banchi per impedire l’inizio dei lavori vuole evidenziare la gravità di quanto sta accadendo, inaccettabile  in un Paese democratico. Di fronte ad una “maggioranza bulgara”, che da destra a sinistra esprime un unico pensiero, è quanto mai importante che venga data la possibilità a tutte le parti di esprimersi, in particolar modo alle voci critiche che hanno scelto di non appoggiare questo Governo fondato sul compromesso e sulla spartizione del potere.

Gruppo consiliare Movimento 4 Ottobre

Anziani e categorie fragili hanno subito più di tutti il peso dell’emergenza sanitaria. Cogliamo quindi con sollievo la stipula del protocollo d’intesa tra il Ministero della salute e il Comando dell’Arma per la ricognizione di tutte le residenze socio assistenziali italiane, come noto al centro dell’attenzione durante le varie fasi della pandemia per le vicende legate alla sicurezza dei propri ospiti. Nell’ultima relazione del difensore civico è emerso infatti che in sei case di riposo su dieci la contenzione al letto, spesso per carenza di personale, è una pratica piuttosto comune. Anche l’ordinanza del Ministro Speranza in cui si autorizza finalmente la ripresa delle visite in presenza dei familiari all’interno delle Rsa è un segnale importante ma il problema è che la situazione nelle varie strutture pare ancora per nulla risolta.

Per non lasciare quindi che le numerose segnalazioni cadano nel vuoto e per tenere alta l’attenzione su un tema tanto importante, porterò nuovamente le RSA all’attenzione del Consiglio Regionale durante la prossima seduta in Aula. Oltre a ciò, inoltrerò tutte le segnalazioni raccolte in queste settimane alla commissione di vigilanza dell’ASl e al Dirmei, con particolare attenzione rispetto a quanto avviene ed è avvenuto nel territorio della Val di Susa che da tempo seguiamo con particolare attenzione.

Francesca Frediani

La notizia, data per certa dal Presidente Cirio dopo aver parlato con i Ministri Giorgetti e Orlando, della proroga degli ammortizzatori, dà sollievo ai lavoratori della ex Embraco, ma ovviamente non è la soluzione.

Oggi ero in piazza insieme ai lavoratori che chiedono solo una soluzione rapida e che non si prolunghi ulteriormente l’agonia. Senza un intervento forte della politica per il rilancio definitivo del polo industriale il rischio è che a novembre ci si trovi punto a capo. Adesso gli sforzi di tutte le istituzioni devono essere finalizzati alla ricerca di un investitore privato che a quanto emerso oggi, non si trova ancora, nonostante la disponibilità del governo ad alzare l’offerta di investimento pubblico sino al 70%.
Sembra incredibile che ancora nessuno abbia manifestato interesse, considerando le agevolazioni messe in campo e la qualità delle competenze dei lavoratori.

In gioco continua ad esserci il destino di 400 famiglie piemontesi, molte delle quali oggi erano presenti in Piazza Castello al presidio permanente di fronte al palazzo della Regione, sventolando con rabbia centinaia di lettere di licenziamento.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte


La Regione Piemonte, grazie ad un nostro ordine del giorno, si attiverà con il Governo nazionale per abolire o ridurre a tre anni con assegnazione provvisoria il vincolo quinquennale imposto al corpo docente dal Decreto legge 126 del 2019.

Siamo venuti a conoscenza degli enormi disagi che il vincolo sta imponendo ai docenti che, assunti lontano da casa, non possono più ambire a chiedere un trasferimento o l’assegnazione provvisoria per ricongiungersi con le proprie famiglie se non dopo cinque anni di docenza nel luogo di lavoro assegnato al momento del concorso.

Con il nostro ordine del giorno approvato oggi in Aula di Consiglio Regionale, abbiamo chiesto alla Giunta Di accogliere l’appello degli insegnanti, in particolare delle numerose donne che chiedono la possibilità di rimanere vicine alle loro famiglie. Un primo segnale di attenzione nei confronti  dei docenti, figure centrali del nostro sistema educativo che meriterebbero di essere maggiormente valorizzate.

Francesca Frediani, Consigliere Regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte