Lo stop al progetto di sviluppo di un nuovo #inceneritore a Cavaglià è una vittoria dei cittadini e dei comitati che in questi anni si sono battuti per preservare un territorio già martoriato da un nuovo scempio ambientale.
Il passo indietro di A2A non deve tuttavia indurci a cantare vittoria.
La Giunta regionale non ha certo accantonato l’idea di dotare il #Piemonte di un nuovo impianto di incenerimento e la stessa azienda lombarda ha lasciato trapelare l’intenzione di presentare presto nuovi progetti.
Noi ci opporremo in ogni sede: la nostra regione non ha bisogno di raddoppiare l’incenerimento al Gerbido né di nuovi nuovi impianti come quello ipotizzato a Novi Ligure.
Se Marnati e l’amministrazione di destra che guida il Piemonte intendono procedere dovranno nuovamente vedersela con chi, dati alla mano, si opporrà drasticamente.
Quella dell’incenerimento dei rifiuti è una pratica insostenibile, poco redditizia e messa in profonda crisi dagli obiettivi della strategia sulla Economia Circolare, attualmente in discussione a livello europeo.
Il raddoppio delle emissioni di CO2 fossile degli impianti di incenerimento è passato inosservato e non affrontato per decenni e gli inceneritori, come noto da anni alla comunità scientifica, producono a loro volta #rifiuti speciali pericolosi e generano emissioni inquinanti di polveri sottili PM 2.5, di diossina e metalli pesanti che si concentrano nell’aria, nel terreno e nelle acque.
Lo ripetiamo da anni e lo vogliamo ribadire anche oggi: l’unica gestione sostenibile ed efficiente dei rifiuti è quella delle tre “R”: riduzione, riciclo e riuso.
Ci risiamo. Anche oggi la lobby venatoria ha dettato la linea politica di questo consesso.
Per Lega e centrodestra la peste suina la si può affrontare solo con una doppietta in mano, a colpi di pallettoni.
Oggi, durante il Consiglio regionale aperto, dovevano emergere gli strumenti e le soluzioni più adeguate per contrastare l’epidemia di peste suina, una malattia infettiva altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici, ma sin dall’intervento del presidente Cirio il dibattito si è focalizzato sulla caccia e sull’abbattimento dei cinghiali come unica strategia vincente.
Il presidente del gruppo Lega, Alberto Preioni esordisce addirittura affermando che la “la Lega sta con il mondo venatorio”.
Eppure l’EFSA, l’agenzia governativa europea per la sicurezza alimentare, ha affermato che nella letteratura scientifica non esiste alcuno studio che affermi come l’aumento dell’attività venatoria concentrata su una specie possa contenerne la diffusione.
La verità è che anche questa epidemia rappresenta l’ennesimo caso di un virus che si diffonde a causa di perturbazioni dell’uomo sugli ecosistemi.
Siamo vicini al mondo degli allevatori e degli agricoltori ma la questione si può affrontare solo se scevra dalle contaminazioni della lobby venatoria, con piglio scientifico.
Per quanto ci riguarda il contenimento delle specie deve essere affrontato con attività di tipo pubblicistico, con personale pubblico adeguatamente formato.
Giorgio Bertola
Francesca Frediani