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Mentre la maggioranza di centrodestra spinge per un nuovo inceneritore, in Piemonte arriveranno circa 1000 tonnellate di rifiuti a settimana da Roma, a conferma del fatto che l’impianto di Gerbido ha ancora spazio e deve rimanere l’unico della regione.

Nella gestione dei rifiuti l’incenerimento rappresenta il passato. Non per la nostra maggioranza in regione e neppure per il sindaco PD Lo Russo, fan della prima ora dell’incenerimento tanto da spingersi a sostenere che un nuovo impianto a Roma le “cambierebbe in meglio il volto”.

Nel 2016 riuscimmo a convincere la sindaca Appendino ad opporsi all’invio di rifiuti dalla Sicilia. Oggi il PD piemontese, invece, nicchia.

Dal nostro canto ribadiamo ancora una volta che l’unica gestione sostenibile dei rifiuti debba prevedere esclusivamente il riciclo, il riuso e lo zero waste.

Giorgio Bertola, Consigliere regionale Movimento 4 Ottobre Piemonte

Dall’Europa arriva l’ennesimo duro colpo per i sostenitori ad oltranza degli inceneritori.
Dal 2026 le aziende dei rifiuti dovranno acquistare crediti di emissione per ogni tonnellata di CO2 emessa durante il trattamento di rifiuti domestici, aziendali e industriali. L’inclusione degli inceneritori all’interno di questo mercato, denominato ETS (Emission Trading System), è stato approvato ieri dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo e se la proposta (come probabile) dovesse essere confermata e se la Commissione europea facesse seguire una direttiva, tutti i progetti di sviluppo di nuovi impianti di incenerimento dovranno essere completamente rivalutati.

Lo sa bene la Danimarca che ha in piano di dismettere un terzo dei propri impianti.

Questo costo aggiuntivo all’incenerimento rappresenterà un pesante incentivo per tutte le forme più sostenibili di gestione dei rifiuti, dal riciclo, al riuso fino allo zero waste, che diventeranno ancora più competitivi dell’incenerimento.

Il raddoppio delle emissioni di CO2 fossile degli impianti di incenerimento è passato inosservato e non affrontato per decenni: a maggior ragione oggi ha ancora meno senso parlare di nuovi inceneritori in Piemonte, né a Novi, né a Cavaglià né altrove. Rinnoviamo infatti tutto il nostro sostegno alle associazioni e agli enti che oggi si oppongono alla costruzione del nuovo impianto Cavaglià.

A conclusione, ricordiamo che tutte le attività di incenerimento dei rifiuti sono state anche escluse dalla tassonomia della finanza sostenibile in quanto i relativi investimenti sono considerati insostenibili all’interno dell’Unione Europea.

Giorgio Bertola

Ci opporremo contro i nuovi inceneritori e ampliamento Gerbido

Ci opporremo in ogni sede contro nuovi inceneritori da costruire in Piemonte compreso quello ipotizzato nell’area di Novi Ligure e contro l’ampliamento del Gerbido.

Secondo gli ultimi dati, il Piemonte non raggiunge gli standard di legge del 65% di raccolta differenziata,  parlare ora di potenziare lo smaltimento attraverso nuovi inceneritori è un controsenso e ci espone a sanzioni europee. 

Emergenza rifiuti, gestione regionale errata

Le proposte per gestire l’emergenza rifiuti che ha messo sul tavolo l’assessore all’ambiente Marnati, emerse in Commissione regionale, vanno infatti nella direzione opposta rispetto a quanto chiesto dall’Europa.

Sono in direzione opposta anche rispetto a quanto messo in evidenza da tutti i principali studi scientifici. Gli inceneritori sono anti economici e pericolosi per la salute della comunità: il presente e il futuro della gestione dei rifiuti guarda alla riduzione e al riciclo in ottica rifiuti zero. 

L’allarme di Confesercenti

L’allarme è legato a quanto affermato nei giorni scorsi da Confservizi, secondo cui dal 2025 non ci sarebbe più spazio nelle discariche piemontesi, invitando la politica a riflettere sulla costruzione di nuovi impianti di incenerimento.

Ma valutare ora uno spazio di espansione per una nuova linea da circa 250mila tonnellate a Torino o addirittura paventare l’apertura di una nuova in collaborazione con la regione Liguria ci porterebbe indietro di 30 anni.